In Inghilterra c’è una vecchietta di 93 anni molto famosa. Ormai fa quasi solo la nonna, ma compare spesso in televisione. Viene spesso presa in giro, anche da noi in Italia, perché quando si trova ad affrontare una crisi (e col lavoro che fa ne deve affrontare spesso, sia in famiglia sia fuori) le capita di ricordare che lei ha affrontato le bombe naziste insieme a suo padre durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, e che quindi quello che capita ora non la impressiona per niente.
Tutti la prendono un po’ in giro per questa fissazione un po’ senile, eppure questa nonnina, simile a tante altre e solo per un caso biografico così esposta mediaticamente, ci ricorda una cosa semplice: il valore della memoria e della storia. Abbiamo già incontrato situazioni difficili, anche molto difficili, e ne siamo usciti: ne usciremo anche questa volta.
Certo, fa effetto leggere sul Corriere di Oggi, 19 marzo 2020, che le aziende tessili di moda stanno riconvertendo parte dei loro impianti per produrre mascherine filtranti, come succede in tempo di guerra. E’ successo altre volte ed è sempre stato un passaggio chiave: significa che le risorse di un paese cominciano a essere organizzate in modo razionale per farle convergere verso un obiettivo. Quando ciò avviene, qui in Occidente, è stata l’anticamera della vittoria: significa che non si va più ciascuno per la propria strada, tenuti insieme solo dal “Dio mercato”, ma ci si organizza per un fine comune, per quanto momentaneo: a quel punto è solo questione di tempo e di tener duro.